Dove eravamo rimasti nel mio precedente post sul percorso veneziano descritto da Dan Brown nel libro Inferno?
Robert Landon e Sienna sono appena sbarcati a Piazza San Marco da un taxi privato veloce. Ad accoglierli le due colonne d’ingresso alla città:
“In cima a una delle due colonne vide la bizzarra statua di San Teodoro, orgogliosamente in posa con il drago che aveva ucciso… Sulla sommità dell’altra colonna si stagliava l’onnipresente simbolo di Venezia: il leone alato” (pag. 386).
“Mentre procedeva in direzione del gomito della piazza, Langdon vide… il luccicante quadrante di smalto blu dell’orologio della torre…” (pag. 357).
Poi Robert Langdon arriva all’ingresso della Basilica di San Marco e ne fornisce un’accurata descrizione che mi ha fatto sentire fiera dell’Italia e del suo patrimonio artistico inestimabile:
“Dalla sommità del frontone centrale, una slanciata statua di San Marco osserva dall’alto la piazza che porta il suo nome. I piedi poggiano sulla punta di un arco inflesso blu notte, punteggiato di stelle d’oro. Contro questo sfondo colorato si staglia il dorato leone alato di Venezia… Ma è sotto il leone d’oro che la basilica esibisce una dei suoi tesori più famosi: quattro giganteschi stalloni in bronzo… I cavalli di San Marco” (pag. 359).
Proprio questi cavalli saranno fondamentali nell’indagine di Robert Langdon.
Ma non voglio svelarvi di più, scoprite voi stessi questa avvincente storia narrata da Dan Brown in Inferno!
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